Imperatore cinese, il primo della dinastia Sui, da
lui fondata nel 589 dopo aver spodestato Toba, ultimo imperatore della dinastia
barbara dei Wei. Conquistate tutte le regioni meridionali della Cina,
riunificando in tal modo il Paese,
Y.
C. si rese famoso per aver
dato inizio alla costruzione del canale imperiale (o grande canale), canale
navigabile che avrebbe collegato Nanchino con Pechino. L'impresa, colossale per
quei tempi, si era resa necessaria per poter trasportare le enormi
quantità di cereali, prodotti nella zona del basso Yangtze, fino alla
regione di Loyang, allora capitale dello Stato, e nelle altre zone del Nord. Per
realizzare questa grande opera
Y.
C. ricorse al lavoro coatto in
misura insopportabilmente gravosa per le masse contadine: dei sei milioni di
uomini reclutati per lo scavo del canale, la metà morirono di fame e di
stenti. Eguale sorte toccò a tutti coloro che furono reclutati
dall'imperatore per restaurare la Grande Muraglia. Per potenziare l'apparato
burocratico centralizzato
Y.
C. sostenne il Confucianesimo a
scapito del Buddhismo e perfezionò il sistema degli esami imperiali per
il reclutamento dei vari funzionari statali. Organizzò anche imponenti
campagne militari che portarono gli eserciti cinesi fino al Vietnam, alla Corea
e al Siam. La situazione economica generale cinese risentì del costo
delle guerre e delle gravi carestie dovute ad annate agricole assai cattive. Le
angherie delle classi dirigenti, le tasse insopportabili, la miseria, portarono
inevitabilmente alla ribellione: bande armate di contadini si sollevarono un po'
dovunque, minando la sicurezza dello Stato.
Y.
C. non fece in
tempo, a causa della sua morte, ad assistere al crollo della sua dinastia, che
avvenne nel 618 lasciando il posto alla dinastia dei Tang, fondata da Li Yuan,
un comandante militare che aveva servito negli eserciti della dinastia Sui. Con
la nuova dinastia la Cina conobbe il periodo d'oro della sua grandezza e della
sua potenza (m. 604).